CHI E' ROBERTO GENTILE

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L'EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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T.O. DEL MESE

BOTTA & RISPOSTA

IPSE DIXIT

market-share-box2013-q.jpgsmartbox-logo.jpgSono trascorsi da poco i ponti di primavera 2014, che significano vacanze brevi e vicino a casa. Tempo di crisi, quindi pochi soldi a disposizione. Mancanza di tempo e di denaro, soluzione: un bel gift box. Ovvero quei cofanetti regalo apparsi in Francia nel 2002 e arrivati in Italia qualche anno fa, che fanno bella mostra di sé in espositori ad hoc nelle agenzie di viaggi, ma anche nella grande distribuzione (da Trony all’Esselunga) emozione3-logo.jpge nelle librerie di catena (da Feltrinelli a Borri Books). Nel 2013 il leader francese detiene quasi il 40% del mercato, 5 o 6 marchi si spartiscono il resto. Attivi anche i t.o. italiani, Boscolo coi Boscolo Gift e il Gruppo Oltremare con il Dreambox, mentre Alpitour ha abbandonato il WeBox che aveva lanciato anni fa. Perché i cofanetti hanno successo? Perché seguono le dinamiche dell’acquisto d’impulso, quello che si fa vicino alle casse del supermercato, o attratti dall’offertissima del negozio di abbigliamento: “Ecco, non è che ne abbia proprio bisogno, ma già che c’ero, costa pure poco, l’ho comprato…”. I gift box si vendono a Natale e a San Valentino, più per altri (come regalo di compleanno, ad esempio) che per sé. E il prezzo medio è basso, meno di 100 euro. Chi riceve in regalo il cofanetto è contento? Certo che sì, una cena per due al lume di candela o un week-end in un castello sono sempre graditi. Il fatto è che spesso la cena non può essere consumata il venerdì o sabato, e nel castello ci si può sempre andare, ad eccezione di luglio e agosto, dei ponti, di regalone-logo.jpgNatale e di tutte le feste comandate. A novembre, ad esempio, non ci sono mai problemi di prenotazione. E poi il gift-box, come lo yoghurt, ha una scadenza: dopo un anno o poco più, non è più “redimibile”, quindi non vale più. Come va a finire? Che molti cofanetti non vengono consumati: almeno il 50%, dicono i produttori degli stessi (fonte: UK Gift Card & Voucher Association), ma in Italia la percentuale è ancora più bassa, non più del 30/40%. Ergo, ogni 5 gift box venduti in agenzia, 2 generano guadagno solo per chi li produce: chi lo vende prende una piccola percentuale; chi lo compra perde i soldi; chi lo riceve è come se non avesse avuto nulla. movebox-logo.jpgPerché l’agente di viaggi non fa il suo mestiere? Anziché vendere qualcosa assemblato da altri, perché non è lui a proporre - al cliente che vuole spendere poco e ha fretta - una soluzione personalizzata? Seleziona l’agriturismo sul web, contatta la struttura e prenota, sceglie il Frecciarossa o l’Italo giusto, prenota un’auto a noleggio e la fa trovare in stazione, magari ci mette pure un ingresso nelle terme più vicine. “È complicato, fa perdere tempo, e si guadagna pure poco…” dice lo svogliato agente di viaggi. E il suo mestiere lo fa fare a un altro.