Va scritto così, Club Méditerranée, per esteso e con i due accenti acuti sulle “e”. Fu questo il nome che il belga Gérard Blitz, nato ad Anversa in una famiglia di tagliatori di diamanti e campione di pallanuoto, diede nel 1950 al primo villaggio di Alcudia, sull’isola di Mallorca. Blitz era rimasto impressionato dall’araldico Club Olimpico di Calvi, in Corsica, in cui pagando una quota si aveva diritto al “tout compris”.
Dove alloggiare i propri ospiti (quelli che poi sarebbero diventati i G.M. Gentil Membres) su una spiaggia lontana da tutto? Nelle tende militari affittategli dal francese pied-noir Gilbert Trigano, in seguito socio e “dominus” del Club per 40 anni, erede della Trigano et Fils, che dal 1935 produceva attrezzature da campeggio a Grenoble. Leggenda vuole che parte di quelle tende provenissero dagli accampamenti militari dell’esercito alleato, abbandonate in Marocco al termine della II Guerra Mondiale, solo cinque anni prima, e recuperate dall’intraprendente Trigano.
In quell’estate di 75 anni fa, 2.400 ospiti dormirono in tenda, senza acqua ed elettricità, mangiarono su tavolate con stoviglie (quelle sì) provenienti dai surplus militari americani, utilizzarono bagni comuni e vissero all’insegna dello sport: sci d’acqua, bocce, pesca subacquea. E, soprattutto, dandosi tutti del “tu” e abbattendo qualsiasi barriera sociale.
Quella del Club Méditerranée è probabilmente l’origine più epica di un’impresa turistica mondiale.