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CHI E' ROBERTO GENTILE

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L'EDITORIALE DI ROBERTO GENTILE

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T.O. DEL MESE

BOTTA & RISPOSTA

IPSE DIXIT

pavarina broccoli pompili Ibz16Non ha precedenti né imitatori: in Italia, non esiste un t.o. che chiuda bilanci in nero dalla bellezza di 26 anni. “Il 2015 è stato l’anno più complesso che ci siamo trovati ad affrontare, il contesto in cui abbiamo lavorato si è rivelato sempre più difficile e aggressivo” racconta Carlo Pompili, fondatore e presidente di Veratour. Eppure l’esercizio viene archiviato con l’ennesimo “più”: fatturato complessivo a 187,5 milioni di euro, Ebit a 6,2 milioni e profitti per 4,2 milioni. Sono numeri invidiati dal 99% dei tour operator italiani. Egitto e Tunisia hanno lasciato il segno: il mancato incasso è stato stimato in 25,7 milioni di euro; ne sono stati recuperati 11,9 milioni, grazie all’ampliamento del portafoglio destinazioni: Cuba, le isole greche, Italia e Spagna. Il management è solido e motivato, si è visto alla convention Gattinoni a Ibiza, a maggio 2015: il dir. generale Stefano Pompili (a destra nella foto), il dir. commerciale Massimo Broccoli (al centro) e il resp. rete vendite Italia Davide Pavarina. “L’Italia è in pieno boom: perché non avete aperto dieci villaggi Veraclub? Li avreste riempiti tutti” ha chiesto l’autore di questa newsletter a Stefano Pompili, che ha risposto come un bravo maestro a un alunno impertinente: “Nel 2017 avremo un nuovo villaggio in Puglia. Non ricordo più quante volte sono stato giù, avrò visitato decine e decine di strutture. Ma non c’è verso, le nostre condizioni sono imprescindibili: vogliamo un prodotto sul mare, in gestione totale e nella sua interezza, non per allotment ridotti”. Sarà anche merito di questo, il 26° bilancio utile consecutivo?

 

depliant chiariva1935Cala il sipario sull’ennesimo tour operator. Stavolta tocca a Chiariva, discendente diretto della prima agenzia di viaggi fondata in Italia, in corso Dante a Milano, da Massimiliano Chiari nel 1878, che - unitosi a Giuseppe Sommariva nel 1906 - diede vita alla Chiari Sommariva, poi abbreviata in Chiariva. Sopravvissuta a due guerre mondiali e a due cambi di secolo, negli anni recenti – tra alterne vicende – era stata ceduta dai proprietari a Parmatour, per poi essere dagli stessi riacquistata e messa sotto il cappello della Vivamondo Srl. Dal 1° febbraio 2016 i clienti che avevano acquistato pacchetti “Chiariva by Vivamondo” vengono riprotetti dal t.o. milanese Identity Plus, perché “Vivamondo Srl ha deciso di cessare l’attività di tour operating e non accetta più prenotazioni per il 2016“, comunica il titolare Arturo Reimann. Inutile soffermarsi sulle ragioni che hanno portato a questa decisione, nel panorama ormai falcidiato dei t.o. generalisti italiani.

 

uva-cristiano.jpgIl 26 marzo 2015 debutta a Piazza Affari la matricola Caleido Group, Spa con sede a Milano,  controllata al 100% da Oltremare Tour Operator Srl di Pozzuoli (Napoli) e guidata da Cristiano Uva (presidente e a.d., affiancato nel CdA dal fratello Stefano Uva e da Raffaele De Luca Tamajo). A Caleido Group fanno riferimento i marchi Caleidoscopio (tour operator tailor made), Travelab (Dynamic Packaging Web Platform) e Dreambox (cofanetti regalo). Dal perimetro resta fuori Oltremare T.O., impresa fondata dalla famiglia Uva negli anni ‘80. La quotazione è prevista su AIM Italia, il mercato di Borsa Italiana - London Stock Exchange Group dedicato alle piccole imprese (oggi con 58 società quotate), canale privilegiato per ottenere visibilità a livello internazionale e raccogliere capitali. “L’obiettivo è far crescere Caleido Group per linee esterne, attraverso l’acquisizione di un tour operator con competenze su alcune destinazioni e l’ingresso nel capitale di una start-up estera specializzata nel turismo b2c” sottolinea Cristiano Uva, vero protagonista della quotazione, grazie ai trascorsi professionali in Goldman Sachs e AXA Investment Managers.

 

giuseppe-pagliara.jpgnicolaus_to-logo.jpgÈ raro trovare un tour operator così legato al territorio dove è nato, cresciuto e diventato leader. Il rapporto tra Nicolaus e la Puglia è inscindibile. A cominciare dalla sede: da sempre a Ostuni, la “città bianca” dell’Alto Salento. Dai fondatori, i fratelli baresi Giuseppe (CEO, in foto) e Roberto (presidente) Pagliara. E dall’anno di fondazione: il 1993. Anno che contribuisce al successo del progetto Nicolaus, specializzatasi subito nell’incoming Puglia. Fino agli anni ’80, la Puglia era solo qualche villaggio sul Gargano e il mare del Salento (per i pochi che volessero spingersi fin laggiù). Aeroporti inadeguati, distanze siderali (Milano è più vicina a Parigi che a Lecce), infrastrutture modeste, hôtellerie agli esordi. Poi, quasi improvvisamente, una ventina di anni fa la Puglia è diventata di moda e le masserie, prima spartane fattorie di campagna, si sono trasformate in resort di lusso. Nicolaus ha cavalcato il trend ed è diventato una DMC di riferimento, con clienti in Italia, ma soprattutto all’estero (t.o., incentive house, operatori specializzati). I fratelli Pagliara non si sono fermati alla propria terra e hanno iniziato a differenziare: oggi programmano Mare Italia (compresi i Nicolaus Village e i Nicolaus Club), il Wellness, Masserie e Dimore Storiche. Questa estate si sono spinti fino a Rodi e hanno lanciato una catena charter su Brindisi, da Linate, Malpensa e Verona. Quindi si sono spinti all’estero, col brand di alta gamma Raro World: Dubai, Abu Dhabi, Oceano Indiano e Sud Est Asiatico. E hanno ampliato il business, con lo Shore Excursion Department (200 guide turistiche in grado di programmare escursioni individuali o di gruppo in Puglia e Basilicata, in lingua italiana o straniera, dotate di mezzi di trasporti di tutte le fogge) e con la Nicolaus Film Service, che garantisce supporto logistico-organizzativo a disposizione delle produzioni cinematografiche, televisive e pubblicitarie che utilizzino la Puglia come location per le proprie riprese. Numeri che spiegano le dimensioni del t.o. dei fratelli Pagliara: fatturato 2014, 36 milioni di euro; previsione fatturato 2015, 45 milioni; 60 dipendenti fissi più 50 stagionali. In Puglia non ci annoia. www.nicolaus.it/chi-siamo

 

catania-davide.jpgalidays_logo.jpg“In teoria Alidays è un tour operator. Dico in teoria perché in effetti la definizione di tour operator ci è sempre stata un po’ stretta: il nostro focus è creare esperienze di viaggio uniche, che ogni viaggiatore possa interpretare a propria misura”. Questa la dichiarazione d’intenti di Davide Catania, amministratore unico di Alidays, la cui storia personale si lega molto a quella dell’impresa da lui creata a Milano più di vent’anni fa. “Sin da ragazzo, due cose mi hanno appassionato: la tecnologia e “fare star bene il cliente”. Ho fondato Alidays Travel Experiences nel 1992, allo scopo di avvicinare il mondo universitario ai viaggi. Grazie ai primi strumenti informatici (Internet era ai primordi) ho sviluppato il concetto di itinerario su misura: prima sugli Stati Uniti, poi via via i Caraibi e il Centro-America, l’Oriente e l’Oceania”. Alidays ne ha fatta di strada, da quel lontano 1992: 45 milioni di euro il fatturato stimato nel 2014 (l’anno fiscale termina a dicembre), 53 dipendenti, una bella sede a Milano, progetti di crescita sostenuta, ma controllata. Tre gli elementi che hanno permesso a Catania di superare la tempesta che ha fatto naufragare un t.o. dopo l’altro, in questi ultimi anni: aver realizzato un modello di business diverso da quello tradizionale, dove il focus è spinto sulla tecnologia e il patrimonio aziendale è dato dalle persone, quindi attenzione strenua ai costi e al ROI. Essersi tenuto lontano dalle destinazioni charterizzate e dalla conseguente battaglia sui costi (mai programmato il Mar Rosso, uno dei pochi...). Essere rimasto sempre indipendente, quindi aver mantenuto la barra dritta anche quando “appartenere” a qualcuno più grosso (fondi, soci finanziari, t.o. golosi di margini...) avrebbe fatto comodo. Fluidtravel sta per essere rilasciato in versione beta ed è la scommessa del 2015: luogo di incontro digitale tra il consulente viaggi e un “viaggi attore” attraverso l’esplorazione di 10.000 esperienze disponibili sul pianeta. A ulteriore conferma che il catalogo appartiene al secolo scorso.